Giuseppe Tozza è un regista che si è già fatto apprezzare per il suo gusto particolare per le forti situazioni oniriche presenti nei suoi corti (come "l'occhio nel cielo notturno") che acquistano quindi una personalità ben definita.
Quinta vita, ad oggi il suo ultimo (e probabilmente miglior) cortometraggio, si presenta forte di una cura formale ben superiore alla media delle produzioni "very low budget".
La regia è precisa e sicura, così come il montaggio; affascinante inoltre la cura fotografica e l'aspetto "antico" (lessicalmente non è il massimo della correttezza come aggettivo ma al momento non mi sovviene altro) conferito dal'utilizzo della pellicola in ripresa. Bella anche la sottile malinconia che pervade il tutto, aiutata dalle musiche (a mio parere) azzeccate.
Passando alle notazioni meno entusiaste, l'uso del digitale è altalenante e se a volte supporta la messa in scena, altre volte ci fa selvaggiamente a pugni, apparendo decisamente artificioso.
Altra cosa : il punto di forza caratteristico del lavoro di Giuseppe è in un certo senso anche il suo limite; ovvero la vicenda finisce con l'essere eccessivamente criptica e rischia di lasciare spaesato (e scontento) lo spettatore.
In definitiva un buon lavoro, forse non per tutti i palati, ma senza dubbio meritevole di essere visto.
I'm death. Pure and simple.