Monet rispose, a un intervistatore che gli aveva chiesto il permesso di ammirare il suo atelier, che l'atelier era proprio lì, oltre la finestra...
Oltre la finestra del nostro artista Ottolenghi c'è il mondo che esibisce il lato peggiore di ogni cosa. Il mondo visto attraverso il filtro di chi il bene non sa più individuarlo.
Che sia ricchezza, questa? Una dote, quella di andare oltre le apparenze falsamente bonarie con le quali tentiamo di ingannarci?
C'è del mostruoso, dappertutto? Un mostro dentro qualunque essere umano?
Forse. L'artista del corto ne è convinto e non esita ad affermarlo. Ed è scomoda, questa sua maniera di riportare le nostre nefandezze su carta, vien voglia di prenderlo a calci.
Perché lo sappiamo, che ha ragione. Da vendere.
Corto che potrebbe apparire sopra le righe, originale, ma che in realtà fa della semplicità la propria arma vincente. Non c'è bisogno di vampiri o lupi mannari, per metter paura. Basta incontrare un tipo abbastanza schietto e intelligente da trapassarci il cuore, per scovare creature spaventose.
E' come quando metti sottosopra casa per trovare gli occhiali, e poi scopri che ce li hai sul naso.
Il nido del male ce l'abbiamo dentro. Il cuore, quel compagno che da sempre riconosciamo indispensabile alla vita, diventa improvvisamente nemico.
Batte ritmiche insostenibili, così come insostenibile è la verità di scoprirsi... "brutti".
Splendido plot, per un corto che avrebbe meritato maggiore cura estetica.
[Modificato da Steveau 22/03/2007 18.07]
----------------------------------------------
"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."