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EL ANIM ID A SANTA di Vincenzo Bellini

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    The Reign of Horror
    Post: 3.845
    Registrato il: 12/10/2004
    Utente Master
    00 02/04/2008 16:54
    TITOLO CORTOMETRAGGIO: EL ANIM ID A SANTA
    LOCANDINA DEL CORTOMETRAGGIO:


    DURATA: 15 minuti
    REGIA: Vincenzo Bellini
    ATTORI PRINCIPALI: Irene Bellini, Daniela Peri, Giovanni Toccafondi, Paolo Bellini, Vito Accardo
    SCENEGGIATURA: Giovanni Toccafondi, Vincenzo Bellini, Paolo Bellini, Irene Bellini
    MUSICHE: Vincenzo Bellini
    FOTOGRAFIA: Paolo Bellini, Vincenzo Bellini
    MONTAGGIO: Vincenzo Bellini, Irene Bellini
    BREVE SINOSSI:
    Una setta satanica, una vittima inconsapevole e un intreccio diabolico che porterà una ignara ragazza ad un tragico destino

    BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Nato a Reggio Emilia il28/06/1948
    Raimondo (2005), I bambini perduti nel bosco (2006), La cena della beffa (2006), El anim id a Santa (2007), Il Contratto (2008)

    FINESTRA player DOVE VISUALIZZARE IL CORTO O EVENTUALE LINK UTILE DOVE POTER VISIONARE IL CORTO:




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    neffa75
    Post: 4.870
    Registrato il: 13/11/2004
    Utente Master
    00 05/04/2008 21:55
    Per la mia critica partirei dal finale di EL ANIM ID A SANTA. davvero ben strutturato, sotto il punto dei vista della fotografia e del montaggio, tanto da far pensare di trovarsi davanti un opera professionale,anche se il THE END è troppo sbrigativo e fa andare in fumo tutto quello che si vorrebbe sapere sulla protagonista femminile e che invece Bellini non fa scoprire. Non mi è piaciuto il forzato uso del politico corrotto e dedito alla cocaina, che fa parte di una congrega satanista, troppo qualunquista..oltre la scena musicale dove è sempre la protagonista si cimenta al piano, davvero poco credibile...Comunque al tirar delle somme, il corto è di piacevole visione, grazie anche alla mole di attori presenti e le belle immagini della cittadina in cui è stato girato.
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    blivinz
    Post: 2
    Registrato il: 29/03/2007
    Utente Junior
    00 10/04/2008 22:42
    Neffa ha ragione quando dice che "ilTHE END è troppo sbrigativo e fa andare in fumo tutto quello che si vorrebbe sapere sulla protagonista femminile" infatti il corto in questione è nato da una riduzione dell'originale che durava 40 minuti.
    Non riuscendo a sintetizzare in 15 minuti la storia originale, più complessa, intricata e forse un pò confusionaria, ho optato per una illustrazione cronachistica della storia.
    Comunque la versione integrale è in rete per chi volesse conoscere il seguito.
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    Negatrice di Gioie
    Post: 2.017
    Registrato il: 04/12/2005
    Utente Veteran
    00 13/04/2008 15:59
    L' horror di provincia è un genere che guardo sempre con piacere.
    Mi piacciono le sue figure apparentemente semplici, cordiali e benevole, dietro i cui sorrisi si celano i più orribili segreti, l'apparente tranquillità dei suoi luoghi, l'atmosfera ambigua che vi si respira. Pupi Avati ne è un chiaro esempio, e questo corto, naturalmente con le dovute proporzioni, me l'ha richiamato alla mente.
    Bellini se la cava piuttosto bene nel tratteggiare i personaggi-macchietta che popolano la sua storia.
    Il personaggio dell'assessore corrotto, impizzato e satanista è simpatico, particolarmente riuscito grazie anche ad una convincente prova dell'attore, a cui, questa volta sì, l'inflessione dialettale aggiunge maggior credibiltà e spontaneità.
    Scegliendo però di dargli un'immagine così caricaturale, si finisce inevitabilmente per allentare un po' la tensione, magari aggiungendo sì del realismo (in fondo è così che me lo immagino il piccolo politico sfigato con un po' di grana e potere, circondato da inetti e maldestri tirapiedi, che si sente però un dio anche ad una festicciola di paese che sfiora i limiti del cattivo gusto e dello squallore), ma, come dicevo prima, impedendo una reale escalation di terrore che sarebbe poi culminata giustamente nel suggestivo finale. Avrei poi evitato del tutto gli accenni al legame di parentela fra la vittima e il politico, che risultano effettivamente privi di senso, dati i tagli che, per ovvi motivi di durata, sono stati operati.
    Nel complesso, un cortometraggio gradevole, ben girato e montato, e supportato da un azzeccato commento musicale, ma che risente in parte, purtroppo, del drastico accorciamento.
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    blivinz
    Post: 3
    Registrato il: 29/03/2007
    Utente Junior
    00 14/04/2008 11:00
    Ringrazio i giurati per le critiche espresse (sempre e comunque istruttive), hanno colto con precisione sia i limiti che i pregi del corto in questione.
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    Steveau
    Post: 4.310
    Registrato il: 29/06/2005
    Utente Master
    00 17/04/2008 22:33
    Sì.




    Facciamo finta che questo festival sia una gara di automobili.

    Non amo i motori, ma mi viene così.

    Una gara di automobili fatte in casa, sì. Fatte da voi. Non comprate.
    E facciamo finta, ancora, che la gara non consista nell'arrivare primi al traguardo.
    Piuttosto, nell'ARRIVARE al traguardo. Nel muoversi, ecco.
    Nel riuscire a farlo.


    Dunque, di mezzi di trasporto ne abbiamo collezionati parecchi.
    Vi siete dati da fare come meglio avete potuto, come meglio avete creduto, e noi qui, a bordo uno per volta con voi artisti alla guida, con lo scopo di divertirci e tirar fuori qualche commento sulla comodità dei sedili e la capienza del posacenere.
    Avendo bene a mente lo scopo di tutto, ovvio: l'ARRIVARE.
    Che già è tanto, no?


    I mezzi di trasporto.
    Be', per lo più si tratta di automobiline di legno col motore a scoppio.
    Non c'erano grandi capitali a disposizione, siamo una massa di poveracci col pallino dell'intrattenimento costoso, perciò...

    Perciò, il risultato estetico è piuttosto scarsino, in generale.
    E ci mancherebbe.

    Ma i mezzi di trasporto camminano tutti. E va bene così.
    Il viaggio c'è, sempre e comunque.
    Senti la strada che ti scorre sotto al sedere, puoi tenere il braccio fuori e goderti l'aria che ti soffia sulla faccia.
    Una distanza concreta viene raggiunta. Si va in ogni caso da un QUI a un LA'.
    I mezzi di trasporto camminano e arrivano. Eccome.


    Tutti?
    No, non tutti. Mi correggo.
    Questo, ad esempio, non si muove mica.
    Vincenzo Bellini non copre alcuna distanza concreta. Il suo mezzo di trasporto non trasporta materialmente un bel niente.


    Alla nostra gara, infatti, Bellini non si presenta con una automobilina, o un triciclo a due posti, evvai, tanto per consentire anche solo un elementare spostamento fino al traguardo.

    Vincenzo Bellini porta un aereo.
    Un aereo! Con le ali e tutto.

    Non è che lui sia ricco, il Bellini, o almeno non è che abbia investito milioni nella costruzione del suo mezzo.
    E infatti, anche qui, abbiamo solo legno, vernice a buon mercato, manici di scopa per eliche.
    Passione costosa, si diceva. E si fa quel si può.

    Ma colpisce, non è vero?
    Colpisce che a una gara simile, una gara che si fonda sull'idea di
    superare una strisciolina bianca gettata laggiù, Bellini si presenti
    con un mezzo che non parte affatto.

    "Non parte, è inutile", mi dice lui.
    "Ma come?", dico io.
    "E no, lì non c'arrivo mica, almeno non così."
    "Così che?"


    Mi chiede di montare. Non risponde alla mia domanda, mi fa cenno di salire.
    E salgo.

    Sapete che fa Bellini, quando siamo a bordo?
    Mi chiede di chiudere gli occhi.
    Eh, sì.
    Mi chiede di chiudere gli occhi, e attacca a fare: "Brum Brum, Rooommmm, Trrrrrr, Gniiiiii...".
    Brum. Rom. Trr. Gni.
    Poi dice: "Visto? Siamo arrivati".


    Io ti ringrazio, Vincenzo.
    Quando si tratta di corti amatoriali, nella maggior parte dei casi succede che si girino lavori casalinghi, che si usino scenografie di poche stanze, che si impieghino pochi attori.
    Che ci si limiti, ecco. Che, fatti due conti, dopo una rapida occhiata allo specchio con dentro la nostra immagine, ci si dica: "Ma 'ndo vado?".

    E in parte è giusto. E' giusto che si faccia del proprio meglio con ciò che si ha disposizione.
    Che ci si preoccupi di farla camminare, l'automobile, perché questo è lo scopo, farla camminare realmente, anche a costo di stabilire col proprio lavoro, una volta e per tutte, che certi lussi appartengono a ben altri soggetti.
    Che una ferrari, non la puoi avere.
    Che un aereo, se lo costruissi, non camminerebbe.

    E invece cammina. Ora ci credo.
    Cammina se sai come chiudere gli occhi e tornare a sognare di poter fare cinema alla grande.
    Bellini, infatti, tira fuori un prodotto che è a dir poco esagerato nelle pretese.
    Duemila attori, duemila location, musiche pompose, un sacco di dialoghi, voci fuori campo.
    Bellini fa un film. Ci prova almeno.
    Certo, le riprese ricordano troppo spesso un filmino amatoriale durante un party, e così pure le interpretazioni, mai, dico MAI, credibili nemmeno di striscio.
    La storia è banale, il ricorso al sacrificio assolutamente da dimenticare.
    Un aereo di legno, insomma. Ma Bellini sa sognare.

    Sai sognare, Vincenzo, e la cosa mi piace un casino.
    Il viaggio che offri è un grande viaggio nel regno dell'immaginazione, nel paese del Passo Più Lungo Della Gamba.
    Arrivi fino al traguardo a modo tuo, tu che ancora non puoi accettare di chiuderti in casa a fare il tuo corto amatoriale così come le regole del mercato, della consuetudine, della sana ragione comanderebbero.

    Tu vuoi volare. E un aereo ci hai portato.

    Perciò grazie. Mi hai ridato fiducia, mi hai di nuovo convinto che al traguardo ci si arriva, e pure volando, se sai fingere di avere grandi ali.

    Il tuo corto non è il migliore in gara, questo te lo dico. Per correttezza.
    Ma lascia che ti dica, ancora, che hai molto da insegnare a chi ha perduto la capacità di credersi più grande di quel che è.
    Osare, ecco il comandamento sacro che ogni artista dovrebbe tatuarsi addosso.
    Osare. Puntare miliardi, anche se non possediamo che alcune monete.
    Mai domandarsi "Cosa posso fare?", e invece chiedersi "cosa Voglio fare?".
    Mai pensare a come raggiungere il traguardo, ma solo al modo in cui ci si vorrebbe arrivare.

    Perché la realtà fa schifo, spesso, mentre nei sogni non esistono limiti. Se non quelli del risveglio.


    Bravo.




    ----------------------------------------------

    "Si staranno preoccupando per noi?"
    "No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
    qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
    che ci penseranno domani."
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    dr. satana
    Post: 59
    Registrato il: 11/07/2006
    Utente Junior
    00 18/04/2008 09:30
    bella steveau...mi hai commosso e siccome voglio bene a vincenzo mi sono commosso ancora di più!
    http://www.myspace.com/loboarts
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    blivinz
    Post: 6
    Registrato il: 29/03/2007
    Utente Junior
    00 18/04/2008 14:45
    che dire...

    sono d'accordo con Alberto mi sono commosso anch'io.
    La recensione di Steveau non è arrivata solo al cuore del corto ma è andata oltre,
    è arrivata al cuore di chi lo ha diretto e anche a tutti quelli che lo hanno interpretato.
    Non posso che essere felice se per un attimo, (solo per un attimo) siamo riusciti a farti credere di essere su una Ferrari e non su un triciclo.

    Ringrazio a nome di tutto il cast
    Vincenzo