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7 A RITROSO SORTIRA' 7 di Nicola Fresconacci

Ultimo Aggiornamento: 04/06/2012 20:10
28/05/2012 14:42
 
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LOCANDINA


DURATA: 19'
REGIA: Nicola Fresconacci
ATTORI PRINCIPALI: Roberta Perfetti, Raffaella Semeraro, Gianpaolo Patarino
SCENEGGIATURA: Francesco Niccolai, Serena Schinaia
MUSICHE: Dante Tamborrino, Inferno Sci-Fi Grind'n'Roll
FOTOGRAFIA: Gianluca Sansevrino
MONTAGGIO: Corrado Iuvara
BREVE SINOSSI: Beatrice, afflitta da strani sogni ricorrenti, cerca di contrastare le forze che la perseguitano in un mondo dominato dalla superstizione e dall'incanto subliminale.
Un corto duplice, o due corti in uno: un incubo interminabile e reversibile che procede in due direzioni opposte e complementari, come due specchi che riflettendosi l'uno nell'altro simulano l'infinito.
BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Francesco Niccolai, nato nel 1984, attualmente vive a Bologna, dove lavora, dentro e fuori i set di cortometraggi, documentari, spot e videoclip, perlopiù in veste di sceneggiatore, aiuto/assistente regia, scenografo e storyboarder, collaborando con diverse realtà produttive bolognesi e non. Nel 2008 ha pubblicato con Edizioni Sabinae 'Enigmistica per giovani marmotte', una raccolta di racconti autoconclusivi che possono essere letti come capitoli consecutivi di un unico romanzo. 7 A RITROSO SORTIRA' 7 è il suo primo corto come regista, anche se in realtà si tratta di un progetto più ampio che prevede la creazione di un sito apposito, in lavorazione, strutturato su più livelli in cui sarà possibile vedere il corto sia diviso per episodi (sette), sia per intero in entrambe le versioni.

vimeo.com/42755449
28/05/2012 16:36
 
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L’ultimo corto ad essere stato iscritto al Festival di quest’anno è il qui presente 7 A RITROSO SORTIRA' 7, ma il prodotto di Nicola Fresconacci si è rivelato essere ben distante dal figurare come ultimo anche in termini di qualità.

Una giovane donna, un misterioso gioiello, un dipinto, tanti risvegli: questi sono gli elementi ricorrenti nel cortometraggio di Fresconacci, un prodotto la cui narrazione prosegue per frammenti e che, come da ammissione dello stesso regista, potrebbe essere visto anche con un ordine di scene casuale o addirittura invertito.

Un corto scenograficamente molto potente, il cui maggior punto di forza sono appunto sia la splendida fotografia che il sapiente uso delle location.
Pulita e molto professionale la regia, aggraziata e capace la protagonista, d’impatto alcune scene violente.

Nel guardare 7 A RITROSO SORTIRA' 7 sembra quasi di seguire una sventurata Alice muoversi per un paese delle meraviglie, e si resta sulle spine anche solo per il desiderio di vedere quale nuova trovata si sarà inventato il regista per il prossimo frammento di scena.
Il corto nel suo genere (weird) è praticamente privo di difetti e chi vi scrive non si sente di sconsigliarne la visione a nessuno.

Dovendone trovare un difetto però andrei a ricadere un quanto già detto più volte per altre produzioni weird, ossia che il cortometraggio qui presente non è certo per tutti i palati. Potrebbe rivelarsi infatti una visione priva di significato per chi è alla ricerca di qualcosa di “canonico”, mentre di “A ritroso” tutto si può dire, tranne che garantisca una narrazione lineare.

Ottimo lavoro.
28/05/2012 18:49
 
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quasi!
Non appena è partita la prima scena di questo cortometraggio sono stato lì lì per urlare “IL VINCITORE!”. Purtroppo però anche questa volta le mie speranze sono andate in fumo. Di poco, certo, di pochissimo, ma di quel tanto che bastava per cambiare(mio malgrado) idea. O perlomeno per fare una parziale marcia indietro.
“7” arriva –stranamente – dopo altri due cortometraggi basati sulla Visione, sui sogni, sugli incubi. Cosa strana, a ben pensarci. Comunque, è cosa lapalissiana il dire che questo è sicuramente il migliore dei tre, così come è sicuramente migliore di molti altri cortometraggi in concorso. Visivamente ineccepibile, riesce addirittura in certi punti a dare più di quel che uno si aspetterebbe: dove tutti tendono al risparmio, al lasciare indietro, “7” non arretra di un passo, e anzi in certi momenti rilancia. Ambientazioni ottime, regia efficacissima, personaggi sottilmente inquietanti, ambienti uno migliore dell’altro, tendenze visionarie mai sbilanciate od esagerate…dal punto di vista della visione è tutto al massimo della potenza. E anche le premesse su cui si basa il corto sono più che interessanti.
Ma ecco, come per gli altri due suoi predecessori, anche qui è sull’immediatezza, sulla trama, sulla storia che il vostro stronzo recensore inizia a storcere il naso.
Così ci dice il regista nella sua sinossi: “Beatrice, afflitta da strani sogni ricorrenti, cerca di contrastare le forze che la perseguitano in un mondo dominato dalla superstizione e dall’incanto subliminale.” Due corti dentro l’altro, o sette corti palindromi (lo è anche il titolo…) che si possono vedere in diversi montaggi…e nelle intenzioni è tutto bello, splendido, meraviglioso (l’ho detto: stavo per gridare alla vittoria!)
Ma ecco, i 7 spezzoni si limitano ad essere sette – splendide – visioni di morte della protagonista, in balia di eventi che né lei né noi siamo in grado di capire. E’ un sogno? E’ reale? Qualcosa è vero e qualcosa no? Ad un certo punto ho pensato che lei fosse stata uccisa nella realtà, e che stesse perdendosi dentro varie versioni della sua morte, ma il corto termina così come era iniziato, senza spiegare alcunché.
E’ un peccato, perché a livello stilistico siamo a grandi livelli di ricercatezza. Ma il messaggio, il senso, se c’è è andato perso nei meandri della ricostruzione scenica. E io, scusate, sono quel tipo di persona che non si accontenta solo di questo quando deve giudicare.
Il corto non avrebbe dovuto essere composto da una storia che vista dall’inizio alla fine aveva un senso, e rivista al contrario ne aveva un altro? Essendo palindromo…Ma non lo dico per accusare, lo dico per capire. Sfido chiunque ad ideare una storia del genere…
Però…ecco, però forse avrei voluto vedere tutti questi mezzi al servizio di una trama lineare, o quantomeno di senso compiuto. Non dico di dover scrivere un romanzo russo, ma a volte vorrei vedere dei registi di talento alle prese con una storia che abbia un inizio ed una fine…come faccio altrimenti a giudicarli? Le immagini – per quanto splendide – sono solo una parte del fare cinema. E se mi ricorderò per molto tempo la bellissima “stanza-nave” o le tre sorelle Parche, già i vari pezzi del puzzle mi si stanno confondendo in testa. Sono stato sorpreso, ma non coinvolto. Ancora una volta ho dovuto recitare la parte dello spettatore passivo, trascinato dal fiume di immagini nel tentativo di trovare uno scoglio sul quale aggrapparsi.
Non dirò altro. L’intento del regista era di fare Arte Visiva, applicando le regole di una narrazione non lineare ma visionaria ed enigmatica, paradossale. Per cui non posso criticarlo per quello che non era il suo intento, non posso dire che questo corto è negativo perché non vi ho trovato quello che mi aspettavo, ma che non era nelle intenzioni dei suoi autori. Posso solo attribuirgli un 10 e lode, e fare tanto di cappello: tutto ciò che ho visto era degno di nota.
.
In conclusione, un corto che avrebbe fatto piacere a Georges Perec, il quale un tempo scrisse un romanzo a “puzzle” nel quale ogni capitolo rappresentava una tessera (descrivendo una per una tutte le stanze degli appartamenti di un piccolo condominio) e che – pur essendo essenzialmente descrittivo – aggiungeva elementi su elementi che nell’intenzione dell’autore avrebbero assunto senso compiuto (formato un’immagine decifrabile) solo alla posa (alla lettura) della centesima e ultima tessera.
Ecco: se questo corto fosse stato così, a mio parere sarebbe stato il vincitore assoluto, senza rivali. Così non è stato – o forse io non me ne sono accorto? - ma tantissimi complimenti agli autori.
Verrò a vedere il vostro sito.
01/06/2012 15:01
 
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Il viaggio allucinato di Beatrice si aggiunge a una raffica di corti onirici in un'edizione del "Visani" mai così Lynchiana.
Nonostante nella maggior parte dei casi sorgesse legittimo il dubbio che gli autori si affidassero in maniera un po' paracula alle suggestioni, al nonsense e alla metafisica, nel caso del corto in questione ritengo invece che la situazione sia differente.
Fresconacci sembra un saldo timoniere di un racconto che, seppur un po' caotico e (volutamente?) disorientante, investe chi guarda con le stesse sensazioni che toccano Beatrice: confusione, disagio, vulnerabilità in un universo che - tra sogno e realtà - toglie il respiro.
Ottima cura dell'aspetto visivo, che in certe scene (vedi quella nella vegetazione) rasenta l'eccellenza.
01/06/2012 15:55
 
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Il surreale è efficace solo se è ben studiato e con buona armonia nell'assemblaggio dei vari elementi. Nicola Fresconacci l'ha saputo maneggiare con maestria. Il suo è un invito ad abbandonarci in una danza macabra che ben mescola l'ambiente con la sua protagonista e la spinge verso svariate inquietudini non banali. Senza eccessivi spaventi nè spargimenti di sangue, nel complesso questo corto riesce comunque ad essere efficace, senza inciampare in dettagli noiosi.
04/06/2012 18:38
 
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Innanzitutto un complimento per l'interpretazione, convincente, di Roberta Perfetti.
Cortometraggio che, come detto da qualcuno, non è per tutti i palati.
Pur avendo un suo fascino ( molto curata la fotografia, inquadrature perfette ), mi è sembrato eccessivamente ripetitivo in molti frangenti, una sorta di incubo dove il montaggio serrato la fa da padrone, non dando tempo allo spettatore a volte, di assimilare la singola sequenza.
Un cortometraggio come uno specchio rotto, dove ogni pezzettino di vetro è il teatro dove si muove la protagonista, in fuga perenne dai suoi incubi ( in particolare la Signora con la Falce ). Non rientra nel genere di lavori che appagano il mio gusto personale, ma è indubbio che l'autore abbia grande talento e che la realizzazione sia impeccabile. Però non mi ha coinvolto emotivamente.
04/06/2012 20:10
 
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torno sul forum dopo un periodo intenso di impegni (confesso di non essere un gran frquentatore di forum in generale, anche se qui mi sembra di trovare una certa 'fertilità') e mi ritrovo stupito e commosso (veramente!) a leggere gli splendidi commenti su questo nostro filmino inquietante&pazzerello - lusingato ed esaltato dal fatto che, a prescindere dal vario livello di gradimento espresso da ognuno, tutti mi sembrano aver colto in varia misura lo spirito/le intenzioni/le suggestioni di 7aritrosoblabla [scusate, è un corto complicato, quindi mi viene da parlare complicato;];
non sapendo bene da dove inziare partirò dalla fine, tanto per restare in tema, ringraziando tutti quelli che hanno visto il corto (che l'abbiano apprezzato o meno) e tutti quelli che si sono presi la briga di commentare; grazie - sembra poca roba ma invece fa moolto piacere.
per quanto riguarda tutto il resto:
capisco le perplessità sul procedimento della narrazione, vorrei però prescisare che le versioni del corto non sono infinite, ma solamente due, ovvero quella presentata in concorso e un'altra versione che procede in senso opposto;
nel menu del dvd è possibile scegliere tra le due versioni cliccando sui rispettivi titoli che si trovano scritti per esteso, in cui i sette alle estremità sono rovesciati specularmente ora in un senso ora in un altro, per distinguere i due corti gemelli omozigoti;
tenterò ora di essere il più chiaro e conciso possibile, anche se non è per niente facile così per iscritto - se ci incontreremo da qualche parte e interesserà a qualcuno potremo approfondire previa birra (io abito a bologna); comunque:

7aritrosoecc. è stato presentato fuori concorso in anteprima al TOHorror 2010 in una versione a episodi (sette, guardacaso): questi episodi costituiscono i blocchi secondo cui è organizzata la struttura narrativa;
la versione speculare a quella presentata qui è quindi costituita dal montaggio invertito di questi blocchi (1-7/7-1);
in entrambe le versioni estese questi 'episodi' si corrispondono a vari livelli (narrativo/scenografico,ecc.) secondo una proporzione 'concentrica', del tipo: 1/7, 2/6, 3/5, in cui il blocco 4 costituisce il perno (rotante): Beatrice arriva nell'antro e riceve in dono gli stessi oggetti che la salvano e la condannano;
mi fa molto piacere, per inciso, il riferimento a perec, e colgo l'occasione per dire che oltre ai letterati spregiudicati dell'oulipo, anche david foster wallace ha ispirato in modo massiccio e trasversale la genesi di 7ars7 (in particolare Infinite Jest);
e c'è da dire anche che rimasi molto colpito quando diversi anni fa vidi quello squinternato di Peter Grenaway alla Cineteca di Bologna che era venuto a presentare quel gioiello di follia che è Le valigie di Tulse Luper - durante un'intervista proclamò alla sala: 'il cinema è un mezzo troppo importante e potente per lasciarlo in mano alla gente che ci fa solo delle storie', e mi aveva fatto molto ridere, e un po' mi sembrava che c'avesse ragione (con le dovute cautele - ad esempio io non apprezzo molto la videoarte, perlopiù - vi sembrerà un paradosso!;0);
ad ogni modo, 7arovescio nasce dagli incubi ricorrenti di Serena Schinaia, originaria di Castellaneta in provincia di Taranto, che ha co-sceneggiato e prodotto la faccenda, e aveva degli incubi ricorrenti in cui ogni volta veniva perseguitata e uccisa da carnefici ignoti; aveva detto: perché non facciamo un horror? dai, facciamolo, avevo risposto, io, grande appassionato di horror; lo facciamo giù in puglia - perfetto; infatti però non è stato così facile, per niente, fino alla fine c'è stato del gran travaglio e dell'arrembaggio rocambolesco;
insomma, abbiamo preso il cliché horror del risveglio da un incubo e lo abbiamo fatto esplodere, in modo che con l'avanzare della storia man mano cadessero i punti d'appiglio e le 'false illusioni', e non si riuscisse più a trovare un punto fermo per stabilire il grado di 'realtà', il tutto in abbondante salsa esoterico-enigmistica con bordate di superstizioni del sud italia, per riassumere;
il corto(/i corti) esprime(/esprimono) principalmente: l'impossibilità di scampo (dalla vita), il ripetersi inesorabile e ciclico degli eventi del mondo/l'aleatorietà di tempo e spazio (l'avevo detto che era roba intricata e mi veniva da parlare difficile, perdono); le dinamiche di forze opposte e complementari che dominano la natura a tutti i livelli (dalla geologia alla fisica all'astronomia alla psicologia eccetera); tutte queste cose sono da sempre oggetto di indagine della conoscenza, e la conoscenza è potenzialmente infinita, non si sa da dove sia iniziata né dove porterà - si sa solo che il percorso sarà pieno di insidie, ostacoli e vicoli ciechi; e oltre a questo non bisogna trascurare che ogni cosa (ogni cosa!) ha un significato perlomeno duplice, e che lo scontro di forze è il principio della materia; aggiungerei anche come suggestione il famoso motto esoterico 'come sotto, così sopra'; poi ora la smetto prima di essere preso per pazzo del tutto;
ai vari festival abbiamo presentato sempre una delle due versioni (che sono di fatto due corti diversi, anche se composti delle stesse scene, anche perché ogni evento assume una valenza diversa - prima di tutto se non altro cronologica);
la versione che abbiamo mandato qua in concorso è la 'seconda', ovvero quella che abbiamo ricavato dal montaggio originario, ribaltando l'ordine dei blocchi (e degli snodi) narrativi;
la troupe è composta perlopiù da persone che prima avevano avuto poca o nessuna esperienza di set (a parte operatore e scenografo): con molta passione e buona volontà e però anche edonismo quanto basta e anche spirito di sacrificio (umano) siamo riusciti a concludere il tutto in 7ette giorni, tutti interi, nonostante i riflessi infiniti degli specchi e le armi di scena vere;
se dai titoli di coda la troupe sembra così nutrita e internazionale è perché molte persone che ricoprivano più ruoli compaiono più volte con i loro stessi nomi anagrammati - chi vuole può divertirsi a decifrarli;[] e lo stesso vale per produttrice e regista;
ora mi dispiace aver scritto tutto questo pippone che una volta pubblicato non sarà bello a vedersi, e forse un po' scoraggiante, ma mi sembrava doveroso fare delle precisazione e mettere sul piatto degli argomenti in base a cui chiunque può rileggere il corto in un'altra prospettiva, dissentire o approfondire o altro;
mi dispiace perché sono grafomane e non ho nemmeno scitto tutto quello che avrei voluto, ma ora è veramente l'ora di smetterla;
sarò contento di rispondere a chiunque non sia stato intimorito da tutta questa valanga di ca§§ate);
concludo dicendo che comunque a me mi piacciono pure gli horror con le motoseghe i pazzi assassini satana e i mostri, mica solo uèird;
grazie a tutt!
è dio lo gnomo mongoloide!
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