| | | Post: 2.100 | Registrato il: 26/01/2010
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Antitesi: l’accostamento di due concetti per definizione opposti, questa è la base del corto omonimo di Francesco Mirabelli con Serena Gibilaro e Gero Bellavia, che esplora una tematica molto utilizzata nel panorama horror, il contrasto tra il bene e il male.
Il corto nel farlo evidenzia pregi e difetti. Partendo da questi ultimi ho trovato la recitazione un po’ elementare, come pure lo svolgimento dei fatti. Non parlo della trama, attenzione, ma proprio dello svolgimento dell’azione su schermo: la ragazza spaventata esce di casa e percorre un corridoio, poi si spaventa e rincasa, poi si spaventa e ritorna al corridoio, salvo poi rientrare in casa nuovamente…farle fare quattro volte lo stesso percorso è davvero troppo…se si voleva mettere del pathos era necessario ideare una “fuga” che coinvolgesse delle altre stanze, o un ambiente nuovo, ma questo avanti e indietro lo sconsiglierei, in generale.
Per il resto invece il corto funziona, la durata azzeccata permette di essere abbastanza per presentarci per bene la vicenda ed un triangolo di personaggi (il numero minimo per poter creare un colpo di scena efficace da “quello dei due che non ti aspetteresti” ed infatti la cosa funziona). Lo svolgimento si capisce bene, la regia è sufficiente (anche di più) e buone sono le musiche e la fotografia.
Il corto, come una fiaba, ha la sua morale che ci fa presente varie cose, come per esempio che l’abito non fa il monaco (era fin troppo semplice indicare “il cattivo” al minuto 1, ed invece…) e che gli estremismi, di qualunque tipo essi siano, sono sempre sbagliati.
Tutto sommato discreto davvero, consigliata la visione.
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| | | Post: 162 | Registrato il: 23/05/2011
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Avevo già avuto modo di visionare questo cortometraggio un bel po’ di tempo fa, e rivedendolo ora posso affermare con certezza che le note positive ( e i difettucci) che avevo rilevato la prima volta sono ancora presenti.
Antitesi è un corto che pur non essendo un capolavoro, né un’opera perfetta, è un prodotto che si fa ammirare per più di un motivo, fra i quali spicca la scelta del regista di rinunciare ai voli pindarici e stilistici per concentrarsi di più sulla storia, sulle atmosfere e sui personaggi. Era ora, oserei dire, visto che creare un intreccio sembra interessare ormai a pochi!
La trama: due fidanzati “darkettoni” si sono dati appuntamento in un casale nel quale sono soliti incontrarsi, ma lui non arriva. Arriva invece una sua email, nella quale minaccia di morte la fidanzata dopo averne scoperto un fantomatico tradimento. Lei cerca di fuggire, ma scopre che lui la sta aspettando fuori dal casale, e cerca di barricarsi all’interno…ma il tentativo va a vuoto: viene uccisa. Scopriremo però che il suo assassino non è il fidanzato – che in realtà era già stato ucciso dal vero responsabile dei delitti: il fratello della ragazza, un maniaco religioso pronto a tutto in nome di Gesù!
Storia semplice, non del tutto logica, ma nonostante questo efficace nella costruzione. Il regista dimostra di sapere come destreggiarsi nella creazione di una situazione drammatica, è in grado di seminare indizi, di creare tensione atmosfera e aspettativa, di curare i suoi personaggi, ed è (quasi) capace anche di ingannare lo spettatore portandolo su una falsa pista. Ben fatto, sebbene con riserve che tra poco spiegherò. Bella la sigla e buona anche la regia, con un gusto per i primi piani e per gli oggetti (nonché per le carrellate e le zoomate) tipico dei vecchi Bava, o Argento, ma che non appare quasi mai semplice e sterile imitazione, ma stile acquisito e sfruttato per i propri scopi. Buona anche la fotografia, ed efficace il crescendo di tensione, in alcuni punti davvero ottima, che procede senza mai una sbavatura. Corto con una personalità e una buona cura, cose molto importanti.
Imperfezioni nella storia: come ho accennato, ci sono alcuni difetti di logica. Citerò i più evidenti.
1. Se l’assassino è un maniaco religioso intenzionato unicamente a uccidere la sorella e il fidanzato perché “peccatori”, che scopo ha il suo far credere a lei che il suo ragazzo è impazzito e vuole farle del male? (perché è lui che ha inviato la mail, giusto? Spero di aver capito…)Oltretutto l’invio dell’ email farneticante e le voci sussurranti di lui mettono in agitazione la ragazza che cerca più volte di scappare…perché invece l’assassino non si limita a presentarsi davanti a lei invece di metterla in allarme rischiando di farsela scappare da sotto il naso? In fondo i due sono fratello e sorella, lei non avrebbe motivo di dubitare di lui, visto che oltretutto chiede il suo aiuto via Facebook…e sarebbe quindi più semplice per l’assassino ucciderla mentre è calma e fiduciosa nei suoi confronti. La finta identità del killer, i trucchi con la voce falsa, la pazzia del fidanzato, appaiono quindi come semplici trucchi per attirare l’attenzione dello spettatore, ma non sono sostenuti da una base logica. Se io sono un assassino e voglio uccidere una ragazza non mi metto a far casino fuori dalla sua porta mettendola in allerta!
2. La ragazza arriva al casale, attende il boyfriend che non arriva, guarda la posta, nota l’email, scopre di non avere il cellulare, cerca di scappare, non riesce, e alla fine chiede aiuto via facebook al fratello. Può funzionare: per prima cosa lei cerca di contattare il fidanzato per telefono (perché non lo ha fatto prima visto che lui è in grave ritardo?) per chiedergli spiegazioni, ma non avendo cellulare non ha modo di sapere se l’email è uno scherzo o se è stata davvero mandata da lui, e nello stesso tempo non ha modo di chiedere aiuto. MA… 1. Come faceva il fratello a sapere che lei non avrebbe portato con sé il cellulare al casale e quindi non avrebbe avuto il modo di chiedere soccorso a qualcun altro e in modo più rapido? L’unica spiegazione possibile è che sia stato egli stesso a toglierglielo dalla borsa, ma la cosa non viene spiegata, e la situazione è forzata. 2. Come fa il fratello ad essere certo che lei leggerà la finta email delirante, e soprattutto che chiederà aiuto a lui via facebook? La ragazza avrebbe potuto non avere il computer, o chiedere aiuto a qualsiasi altro amico presente in chat, o chiedere a uno di loro di chiamare la polizia. Inoltre, ci pare di capire che il fratello in quel momento è intorno al casale che aspetta l’occasione di entrare…(a meno che non abbia piazzato i microfoni e se ne sia tornato a casa…ma è possibile? Credo ci sia un po’ di confusione con i tempi…) …sta forse girando con un portatile acceso, visto che è pronto a rispondere alla chat e appare col pallino verde, segno che sta chattando da PC e non da cellulare? Forse è semplicemente al piano di sopra, ma se è con FB acceso vuol dire che si aspettava che la sorella lo avrebbe usato? O sta solo “sorvegliandone le mosse” perché sa che lei ha internet e computer a disposizione? La cosa non è molto chiara, ma in ogni caso torniamo al punto di prima: come poteva essere certo che lei non avrebbe usato FB per chiedere aiuto a qualcun altro? E ancora, che scopo ha tutto questo quando era ben più semplice bussare, presentarsi e farsi aprire dalla sorella?
Credo che in questo caso il problema sia che si è puntato direttamente al colpo di scena finale senza pensare alle basi logiche sulle quale ogni cambio di direzione deve sostenersi. Si è pensato all’effetto della sorpresa finale senza ragionare troppo sulle motivazioni.. Invece ogni cosa che i personaggi fanno dovrebbe avere della cause logiche e in linea con lo sviluppo della storia e le caratteristiche di ognuno di loro.
Ovviamente potrei anche essere io quello in errore: magari l’email è stata mandata proprio dal fidanzato della ragazza, spinto dal fratello di lei a credere di essere stato tradito; oppure chissà… Se avessi sbagliato a capire qualcosa , il regista me lo indichi!!
In ogni caso il corto è interessante, ben fatto, ben girato, ben strutturato, cerca di creare un intreccio invece di limitarsi a ripetere situazioni già viste, gioca bene con le ambivalenze e riesce a creare una buona tensione senza strafare e senza perdersi troppo in giochi di stile (ma la citazione DarioArgentiana dei denti sbattuti sul mobile io l’avrei tolta…).
Comunque, sempre meglio notare dei piccoli problemi in un corto con una personalità e una trama che vedere un’opera visivamente e tecnicamente perfetta ma che non comunica nulla. In questo caso ho intravisto una certa sicurezza che mi fa ben sperare, e un talento da migliorare ma già maturo e apprezzabile, minato da errori poco visibili, di quelli che possono capitare a tutti.
Un buon lavoro, un autore da incoraggiare, e che in futuro potrebbe stupirci. Bravo!
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