[2022] The Menú

Trovo abbastanza ingiustificata tutta questa mania di programmi televisivi di cucina e tutto il contorno che ne deriva di gente più ignorante di me che si atteggia a palato fine e ad esperta culinaria.

Gente che se facessero un test in doppio cieco non saprebbe distinguere un San Crispino in cartoccio da una bottiglia pregiata.

“Ahhh, ma è Ronco!” (Cit.)

Laddove Michelin per me è solo un marchio di pneumatici di basso livello, per molti è un grande onore ritrovarsi al cospetto di uno Chef pluristellato che probabilmente mette la firma solo sullo scontrino senza toccare una stoviglia dal 2007.

Film che ruota attorno proprio al concetto di Cucina Gourmet o quale che sia la “buzzword” del momento da hashtaggare a didascalia del piatto fotografato che deve finire rigorosamente su Instagram per far colpo sugli altri poveracci dei tuoi amici che mentre guardano le tue stories, stanno mangiando noodles dentro un cartoccio.

E lo fa prendendo abbastanza per il culo il manipolo di ricconi che si ritrova su un’isolotto privato per avere l’onore di assaggiare quello che lo Chef ha pensato per loro.

Chef che in quel ristorante elitario assume il ruolo di autorità suprema ed è venerato al pari di Michael Jackson quando le ragazzine svenivano ai suoi concerti per l’emozione.

Si percepisce fin dal primo momento che qualcosa non quadra e ben presto tutti i commensali avranno la certezza che non dimenticheranno quella cena tanto facilmente.

Per come la vedo io, il film tenta di essere originale (anche se io ci vedo qualche “derivatività” persino con Midsommar) e dosa abbastanza bene l’ironia senza sfociare nella demenzialita.

Tuttavia, lo svolgimento della storia, da quando inizia l’horror (mi riferisco a quello violento) è fin troppo surreale e mi fermo qui per evitarvi ogni sorta di spoiler.

Voto: 5.99

Non mi ha convinta per niente, l’ho trovato un film furbetto che mira a sbalordire e scioccare a tutti i costi un pubblico poco avvezzo al genere horror.
Anche a me è venuto in mente Midsommar, anche se l’accostamento più calzante è quello con il recente, a mio parere superiore, Triangle of sadness dello svedese Ruben Östlund, con cui ha diversi punti in comune: la critica sociale (in Triangle molto in stile Parasite, per il rovesciamento dei ruoli), il ruolo del cibo (con un hamburger significativo che compare in entrambi i film), l’isolamento forzato in cui si svolge la vicenda (da una parte uno yacht, dall’altra un’isola), e soprattutto la Schadenfreude, quel sentimento di piacere maligno che si prova dinnanzi alle disgrazie altrui (in questo caso più che giustificato, dato che si tratta di ricchi privilegiati e sostanzialmente inutili).
Rispetto a The Menu, Triangle punta meno sulla truculenza e più sull’ironia, ma a ben guardare si rivela alla fine molto più cinico nel messaggio che lascia.
E’ difficile parlarne senza entrare nei particolari, ma sarebbe un peccato anticipare risvolti della storia che tassativamente vanno scoperti guardando il film.
Per quel che può valere, mi è piaciuto e ve lo consiglio.
Per quanto riguarda The Menu, condivido invece la valutazione di Perfect.

Ho visto il citato “Triangle of Sadness” e per una volta mi adeguerò anche io ai vostri costumi e parlerò di un film diverso da quello del Topič.

E spoilero.

Per la prima ora cerchi di capire che diavolo stai guardando. Poi non è che lo capisci, semplicemente smetti di chiedertelo.

Capitolo due, iniziano le scene epiche in stile “Ristorante di Gubbio” che neanche alla Troma avrebbero osato mischiare vomito e merda in questo modo.

Infine, terzo capitolo alla “Lost” dove i superstiti della gastroenterite e dei pirati somali si ritrovano su un’isola “deserta” e dove i billions dei vacanzieri di lusso non contano un cazzo per sopravvivere.

Film che trasuda invidia sociale e che non ho capito. Nonostante abbia un qualcosa di interessante che mi ha impedito di spegnere prima della fine, le reputo comunque due ore e mezza tirate nel cesso.

Ma sono sicuro che ai radical chic piacerà.

Voto: 5.01

Bah, io non sono radical chic eppure mi è piaciuto.

Come credo di aver già detto, la mia insopportazione per l’umanità è equamente distribuita tra tutte le fasce della popolazione e mi pare che anche nel film non venga risparmiato nessuno: fanno schifo tutti, e non è questione di vomito e merda.
Mentre in The Menu alla fine si sta tutti a fare il tifo per la mignotta proletaria, in Triangle non c’è uno straccio di personaggio a cui aggrapparsi nell’illusione che tutto sommato per la nostra specie ci sia ancora speranza.
Per Ostlund semplicemente non rimane che il meteorite. Concetto che fondamentalmente mi sento di condividere.

P.S. Ti prego, “invidia sociale” no, non dirlo, preferisco continuare ad associarti a Bernie Lomax piuttosto che a un Briatore qualunque.

Magari ho interpretato male io, ma quando mi fai vedere che i ricchi o vendono bombe a mano o vendono merda, un po’ di parte dimostri di esserlo.

Uno fa licenziare un lavoratore perché la sua ragazza gli ha detto “hey”.

Un’altra ubriaca obbliga una hostess a fare un gioco di ruolo e a fare un bagno in piscina vestita (per poi obbligare tutta la ciurma a farsi una nuotata).

Stai volutamente descrivendo questa categoria in maniera negativa e grottesca.

D’altro lato gli inservienti appaiono come persone normali, tuttalpiù vessati e vittime dei capricci dei ricchi.

E il comportamento dell’indocinese? Che si vendica dei “padroni” trattandoli come cani e puttane?

Non so perché associ a Briatore quella frase, ma basta che non mi associ a Bassetti e io sono a posto.

Mr.Perfect, 01/02/2023 19:03:

---

Stai volutamente descrivendo questa categoria in maniera negativa e grottesca.

---

Si chiama "satira".
Esiste da secoli ed è il minimo che possa aspettarsi, da sempre e per sempre, quell’esigua minoranza privilegiata che detiene tutto il potere e le ricchezze del mondo e si arroga il diritto di fare il bello e il cattivo tempo, disponendo a suo piacimento della massa dei "cari inferiori".

Che poi, indubbiamente l'elite multimilionaria è il bersaglio principale del dileggio (anche se non credo che Ostlund lo faccia per invidia, ma vai a sapere sti svedesi che hanno in testa), ma in generale viene presa di mira la società occidentale, con le sue ipocrisie e la sua totale vacuità.

E non è che quando poi le gerarchie si rovesciano, cambi molto: sull'isola, il potere lo detiene la lava-cessi, che diventa in un attimo capricciosa e tirannica quanto, se non di più, la moglie del magnate russo della cacca.

---

Si chiama "satira".
Esiste da secoli ed è il minimo che possa aspettarsi, da sempre e per sempre, quell’esigua minoranza privilegiata che detiene tutto il potere e le ricchezze del mondo e si arroga il diritto di fare il bello e il cattivo tempo, disponendo a suo piacimento della massa dei "cari inferiori".

---

Anche questo modo di esprimerti fa trasparire un po’ di invidia :)

Esigua minoranza che nella maggior parte dei casi si è conquistata tutto quello che ha e, a differenza di quanto ci vogliono far credere i film che marciano sull’invidia sociale, spesso sono gentili e super in gamba.

---

Che poi, indubbiamente l'elite multimilionaria è il bersaglio principale del dileggio (anche se non credo che Ostlund lo faccia per invidia, ma vai a sapere sti svedesi che hanno in testa), ma in generale viene presa di mira la società occidentale, con le sue ipocrisie e la sua totale vacuità.

---

Che il regista sia invidioso o meno non mi è dato di sapere e comunque è irrilevante: deve far sì che il suo film piaccia e quindi la paraculata di prendersela con i ricchi facendoli rotolare nel vomito e nella diarrea direi che è particolarmente tattica.

Con “società occidentale” fai riferimento al magnate russo della cacca? 😜

---

E non è che quando poi le gerarchie si rovesciano, cambi molto: sull'isola, il potere lo detiene la lava-cessi, che diventa in un attimo capricciosa e tirannica quanto, se non di più, la moglie del magnate russo della cacca.

---

E non ci abbiamo un po’ goduto tutti nel vedere questi sacchi di merda inutili trasformarsi in cagnolini obbedienti in cambio di un cubetto di polpo lanciato come si farebbe per premiare un leone marino dopo che ha battuto le “mani” a comando?

In tutto questo, penso siamo tutti d’accordo che il peggio è il fantoccio, modello, azzerbinato.