Due criminali in fuga hanno un incidente d'auto e finiscono in una fattoria sperduta nelle highlands scozzesi, dove abitano mamma, figlia adolescente, e papà in stato catatonico su sedia a rotelle.
Di recente ce l'aveva già ricordato Kitamura col suo The price we pay, che dopo una rapina è sempre meglio non rifugiarsi in una fattoria.
Ma anche se non avete visto il film di Kitemmuort (tanto di guadagnato), e anche senza citarvi l'intro di quest'altro, in cui una voce fuori campo ci spiega sostanzialmente che la mamma po esse fero e po esse piuma, e che se qualcuno si azzarderà a far del male alla sua famiglia, lei la proteggerà "con gli artigli di un lupo e le zanne di un drago", sono quasi certa che abbiate già capito dove si andrà a parare.
Sì, niente e nessuno è quello che sembra.
Sì, ci sono segreti nascosti in cantina.
E sì, i ruoli fra buoni e cattivi si ribalteranno completamente e alla fine non vi fregherà più niente delle sorti di nessuno.
Joely Richardson, unico volto conosciuto, qui nei panni della madre coraggio capofamiglia, era già avvezza a muoversi in sceneggiature deliranti, dopo le 6 stagioni consecutive nel cast di Nip/tuck.
Forse per questo, benché veterana del piccolo e grande schermo nonché figlia d'arte, sembra non aver fatto troppo caso alle macroscopiche forzature e incongruenze di una trama improbabile al confine tra horror e thriller, che attinge un po' ovunque, dalla home invasion al body horror, con qualche reminiscenza di A l'interieur.
La cosa meglio riuscita è il rapporto fraterno tra i due criminali, uno dei quali, interpretato mirabilmente dal giovane Harry Cadby, soffre di una qualche forma di autismo/ritardo mentale/schizofrenia che lo rende di gran lunga l'elemento più interessante e imprevedibile dell'intero film.
Consigliabile per passare un mercoledì pomeriggio del cazzo.