Che vi piaccia o no, sappiate che questo è il film del momento, quello che tutti conoscono, pure chi vede un film all'anno.
Sarà che lo danno su Amazon Prime e quindi non bisogna sbattersi neanche per andare al cinema e sarà soprattutto che delle scene "scandalose" e dello "sconvolgente" twistone finale ne parla anche la mia portinaia, così come del fisico statuario di Jacob Elordi.
Io tutto ciò l'ho naturalmente scoperto a fine visione, quando normalmente mi sono già fatta la mia idea e a quel punto sono curiosa di sapere cosa dice la ggente.
E la ggente, tolto alcuni sedicenti critici spocchiosi che l'hanno massacrato per il piacere di distinguersi dalla massa, pare entusiasta.
Io mi trovo a metà strada tra le due fazioni, nel senso che non mi è dispiaciuto ma neanche mi ha entusiasmata e trovo che Emeralf Fennell, come già era capitato col precedente Una donna promettente, sia una regista molto sopravvalutata, anche se decisamente scaltra nella scelta di argomenti e situazioni capaci di stuzzicare una grossa fetta di pubblico non molto avvezzo al weird.
Saltburn è una specie di via di mezzo tra Chiamami col tuo nome, Il talento di Mr. Ripley e Parasite, ma in chiave fluida e glam come va di moda oggi, e costantemente oscillante fra il cool e il kitsch.
Vi do giusto un'idea di sinossi: Oliver arriva ad Oxford grazie ad una borsa di studio e capisce subito di far parte di un'esigua minoranza di sfigati, con scarsissime possibilità di entrare a far parte del mondo dorato dei figli di papà milionari, che solo per come è vestito, neanche gli si siedono accanto.
Ma le cose prendono una piega inaspettata quando Felix, il più figo della scuola, nonché il più ricco, rimane in panne con la bici e Oliver prontamente lo soccorre.
Di più non vi racconto, perché tra le altre cose sarei senz'altro influenzata dal fatto di aver capito molto presto (a quanto pare con una capacità di intuizione che solitamente non mi appartiene) dove il film sarebbe andato più o meno a parare, cosa che a mio parere non è dovuta a una mia particolare perspicacia, quanto a una rappresentazione che se voleva puntare sul totale colpo di scena, ha commesso in questo senso parecchi errori.
Errori, incongruenze e inverosimiglianze ce ne sono un po' ovunque nella sceneggiatura, inoltre lo stereotipo del ricco francamente qui è ben sopra le righe, eccessivo persino per me, che come sapete odio i privilegiati.
Ma ci sono diverse cose che mi sono piaciute: la fotografia stilosissima, le location, diversi dialoghi e diverse scene azzeccate, l'interpretazione gigantesca di Barry Keoghan che da solo regge tutto il peso del film.
Ah, e ovviamente Murder on the dance floor.
Non so se consigliarvelo, ma se vi capita di vederlo sarei curiosa di sapere cosa ne pensate.