00 22/09/2022 10:28


Coppietta di giovani hippy stranieri arriva dalla Danimarca per trascorrere le vacanze nel bel paese, finanziandosi il viaggio con materiale pornografico da rivendere agli arretrati e notoriamente ingrifati italiani. Rimasti senza un soldo e senza benzina, ricercati dalla polizia, i due troveranno rifugio in una villa abitata dalla ricca moglie di un militare della Nato, che naturalmente nasconde un segreto…

Questo Posto ideale per uccidere viene schifato un po’ da tutti, perfino dallo stesso Lenzi, e invece a me è piaciuto.

Certo, nella seconda parte l’intreccio propriamente giallo è abbastanza debole, non tanto nelle premesse (irruzione in villa con scontro tra esponenti di diverse generazioni/ceto sociale) comunque riprese decisamente meglio in altri film, quanto nello sviluppo, prevedibile, privo di suspense e a lungo andare noiosetto nella ripetitività di certi meccanismi.

Ma sarà il mood un po’ scanzonato, sarà la presenza di Ray Lovelock già in periodo di strafigaggine massima, sarà che la canzone che accompagna le prime (e le ultime) immagini del film (cantata dallo stesso Lovelock) mi è rimasta in testa per giorni, sarà il tema della cultura hippy contrapposta a quella borghese dominante (l’una trasgressiva, ingenua e innocente, che finirà per pagare il prezzo dello scontro con l’altra, perbenista, marcia e pure assassina – che per certi versi mi ha fatto venire in mente Avere 20 anni), saranno i colori, sarà un’Ornella Muti quasi bambina ma già incantevole e fortunatamente doppiata, sarà la fellatio della milfona, sarà la spider a fiori su cui viaggia la coppia, sarà che l’ho trovato in una risoluzione così dettagliata che i baffetti neri della Papas si vedono pure senza occhiali… sarà quel che sarà, ma di fatto a me un pochino è entrato nel cuore.
Se ci rimarrà, lo scopriremo solo vivendo (e quando avrò portato a termine la visione della filmografia lenziana, a meno che non mi stufi prima).