00 09/10/2022 20:19

"Lo faccio per voi" (cit.)


Prima di iniziare, ci tenevo a dire che dovremmo fare una distinzione fra “Squali brutti” e “Squali brutti brutti”.
Per brutti brutti intendo quelli a due, tre, ottantamila teste con l’immagine sempre uguale che viene appiccicata qua e là per tutto il film.
E’ importante precisarlo, perché i brutti brutti non li guardo più, mentre quelli brutti sì, sempre.

Ad esempio Shark bait è del primo tipo, “Squali brutti”.
Locandina:



Ora, la trama nel dettaglio vorrei che la scrivesse Perfect, perché mi diverto troppo.
Io mi limiterò a dire che, neanche a 15 minuti dall’inizio, quelli che sembravano i classici cazzoni già visti in tanti altri film, si aggiudicano a mani basse il primo posto nella classifica mondiale dei tizi più imbecilli mai visti in un film (non di squali, proprio di qualsiasi genere).

In un attimo, quindi, passiamo dalle risate sguaiate, gli “u-huuuuuu” urlati di continuo a squarciagola, le gare a chi scola più in fretta una bottiglia di birra, i selfie ammiccanti con la lingua di fuori, alla TRAGEDIA.
E’ un momento bellissimo, da godersi esultando, perché a sto giro se la sono veramente cercata, con quella cazzata che mi ha ricordato la sfida coi trattori in Footloose.

Da qui in poi è tutta in discesa per noi e in salita per loro: i nostri coglionazzi sono ovviamente bloccati in mezzo al mare e va da sé che lo squalo non tarderà a farsi vivo, come del resto gli aveva gufato il mendicante senza gambe.

I cliché ci sono tutti, persino IL NEGRO CHE MUORE PER PRIMO (ops, spoiler), i cellulari che volano in acqua e che comunque non prendono (manco se alzi il braccio per tenerli in alto), e l’immancabile scazzo fra donne per il tradimento della sera prima.

Però, oh, io mi sono divertita lo stesso, alcune scene sono belle tese, gli attacchi sono dignitosi, i danni inflitti niente male e lo squalo, per quanto si veda sempre troppo poco, non sfigura.
Senza stare a fare paragoni scomodi con altri, è un film da sezione “squali brutti” guardabilissimo.