00 21/03/2007 18:33
Horror di stampo classico: urla, botti sonori da saltare sulla sedia, buio, sangue, porte sbattute...


Horror di stampo classico: urla, botti sonori da saltare sulla sedia, buio, sangue, porte sbattute...


Horror di stampo classico: urla, botti sonori da saltare sulla sedia, buio, sangue, porte sbattute...


Horror di stampo classico: urla, botti sonori da saltare sulla sedia, buio, sangue, porte sbattute...


Horror di stampo classico: urla, botti sonori da saltare sulla sedia, buio, sangue, porte sbattute...


...ecco. E' più o meno questo l'effetto che fa IL BAMBINO per i primi sette minuti.
Ripetitivo.
Da aggiungere solo la fotografia sul muro, allegra nei contenuti ma ambigua nell'insieme scenografico di scritte rosse che la circondano. Un tocco di nuovo classico, senza pretese.

C'è molto rumore per nulla, in questo corto. Dico RUMORE perché gli eccessi sonori che dovrebbero suscitare sorpresa tendono invece a provocarci lesioni cardiache che sconteremo presto, credetemi, magari tra qualche decina d'anni, quando correremo dietro al nipotino per convincerlo a ingoiare il MIO.
Dovremmo avercela con gli autori, per questo.

L'errore che l'horror fa spesso, a mio parere, è quello di puntare sulla pazienza uditiva degli spettatori. Finisce così per diventare una forma più complessa del minimale BU! che da ragazzini recitavamo per spaventare l'amico di turno allo svoltare dell'angolo.
C'è poco di artistico, in ciò, e ancora meno di corretto.

Peccano di semplicità, gli ingegneri dell'horror che puntano alla confusione di chi guarda e ascolta. Confusione generata dal sonoro, ripeto, ma anche da tecniche registiche e scenografiche studiate appositamente per destabilizzare: riprese sfocate, vetri smerigliati, personaggi nascosti da cappucci, montaggio frammentato.

Alla lunga, il gioco stanca. Come per NEVE, la sensazione complessiva è di esser presi in giro. D'aver comprato un puzzle che ha però i pezzi tutti sballati. E ci provi, a unirli, perché c'è la foto-esempio sulla scatola, e ce la devi fare, perché è possibile, perché altrimenti che senso avrebbe?, perché...
No, non ce la fai. I pezzi, nessuno riuscirebbe a combinarli: il venditore di giocattoli ci ha teso un tranello.
L'horror diviene così come il peggiore film erotico: c'è la donna che si spoglia, ma che non mostra mai nulla veramente.

Il problema de IL BAMBINO è che si ammucchiano caratteri tipici del genere senza permettere alla narrazione di procedere logicamente. Non si raccontano storie, se non alla conclusione del filmato, con un testo scritto: il "rudimentale" sistema del racconto letterario sopperisce alla mancata capacità di saper giostrare degnamente le superiori possibilità offerte dal mezzo cinematografico.

Una commento sullo splatter: dapprima buono, per pochi secondi, poi del tutto surreale.
Troppo immobili, quelle dita.

Insufficienti la prova degli attori in scena e le voci in over.
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"Si staranno preoccupando per noi?"
"No, non ancora. Dovevamo incontrare i camion venti minuti fa; si faranno vedere soltanto fra un'ora e mezza. Alle due, cominceranno a chiedere a
qualcuno se c'hanno visto. Alle tre ci cercheranno nei bar, e verso le quattro si arrabbieranno. Alle cinque, forse qualcuno capirà che ci siamo persi. Alle sei, il capitano penserà di chiamare il comando, e lo farà solo alle sette e mezza. Dal comando risponderanno che è tardi e
che ci penseranno domani."