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PARTY TIME di Gabriele Orsini

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    The Reign of Horror
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    Registrato il: 12/10/2004
    Utente Master
    00 22/06/2015 23:11
    TITOLO CORTOMETRAGGIO: Party Time

    [IMG]http://oi57.tinypic.com/6ymvlt.jpg[/IMG]

    DURATA: 18"53'
    REGIA: Gabriele Orsini
    ATTORI PRINCIPALI: Giovanni Tasca, Gabriele Orsini, Cecilia Panfili, Francesca Ciani, Gabriele Giacomini, Francesco Menichetti
    SCENEGGIATURA: Gabriele Orsini, Fabio Castellani
    MUSICHE: Capcom
    FOTOGRAFIA: Fabio Castellani
    MONTAGGIO: Fabio Castellani
    BREVE SINOSSI: Cinque ragazzi sono invitati a una festa di compleanno di un loro amico nella sua baita in montagna in tempo di shock per una cittadina, dove un serial killer da giorni sta seminando delle vittime. Nessuno di loro si aspetterebbe che la furia omicida dell'assassino possa disturbarli in un luogo così isolato e tranquillo, eppure..
    BREVE BIOGRAFIA DEL REGISTA: Gabriele Orsini nasce a Terni il 29/09/1987. Sociologo, nel Dicembre 2010, per gioco, fonda la Race Against Time, un'associazione di produzione amatoriale indipendente che si occupa della produzione di cortometraggi e video musicali.
    Tra i suoi generi preferiti ci sono l'horror, da cui prende ispirazione per via della sua materia preferita, la sociologia della devianza, la fantascienza e il drammatico. Da qualche mese la sua casa di produzione pensa ancora più in grande avendo esteso i suoi orizzonti persino alla musica, Race Against Time infatti, è anche etichetta discografica indipendente.
    Party Time, il suo ultimo horror di stampo classico, è già stato presentato al "Fi.Pi.Li" Horror Festival di Livorno riscuotendo un giudizio discreto da parte di giuria e pubblico.

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    boskoz
    Post: 2.371
    Registrato il: 26/01/2010
    Utente Veteran
    00 23/06/2015 01:14
    Party Time di Gabriele Orsini è un corto di una ventina di minuti appartenente anima e corpo al sottogenere horror denominato slasher, e segue i dettami di tale genere sotto ogni virgola, nel bene e nel male.

    La caratteristiche salienti di questo genere si possono riassumere nella presenza di un Body Count elevato a livello di vittime, scarsità di trama, con il “fattore divertimento” che viene tenuto alto solo se il prodotto è uno di quelli in grado di dare almeno un buon quantitativo di azione, suspense e sangue nel corso delle uccisioni. Questo pressappoco è lo slasher, riassunto.

    Considero Party Time, come corto di genere, tecnicamente sufficiente ma molto, molto semplice.

    Lo svolgimento è elementare, molto “base”, che copia la formula di uno Scream (e non solo la formula, addirittura prende pari la maschera) presentandoci un gruppo di ragazzi in una località isolata che muoiono a poco a poco per mano di uno di loro che, indovinate chi sarà? L’unico al quale è stata affidata una nota di background.
    Infatti dei personaggi noi sappiamo esattamente:
    -Niente
    -Compie gli anni
    -Niente
    -Niente
    -Ama i film horror e viene deriso

    Non è esattamente un lavoro da investigatore farsi un’idea della risoluzione, anche a soli pochi istanti dall’inizio del massacro.

    Il “problema” ad avere a che fare con un lavoro molto semplice in fatto di trama è che esso dovrebbe cercare di spingere molto sotto altri fattori, almeno, per compensare, come per esempio la brutalità delle uccisioni o la suspense. Devo dire che il ritmo di Party Time è sostenuto, non ci si ferma un attimo, e nel fare questo si dosano bene anche le musiche di circostanza, quindi Orsini dimostra di saper gestire una vicenda dinamica, però non c’è del vero mistero, ed il regista ha scelto di non esagerare (e visto il genere, secondo me sbagliando) nell’enfasi delle uccisioni.
    E’ tutto troppo pulito, in un corto che a parer mio avrebbe dovuto per lo meno spingere molto sull’impatto visivo, visto che regala poco a livello intellettuale.

    Oltre alla trama poi, vi è anche qualche ingenuità nell’esecuzione.
    Questo killer sembra essere letteralmente ovunque! Questo ragazzo riesce a vestirsi, svestirsi, telefonare, ammazzare, sbucare da una stanza, risbucare da fuori, salire dal pianterreno (anche se si trovava al secondo piano dieci secondi prima), farsi credere morto, il tutto ovviamente perché da copione deve essere una presenza inarrestabile ed uccidere tutti, ma cavoli, è un vero velocista, da olimpiadi.

    Quindi, tutto sommato, Party Time è un buon esercizio di stile nel campo dello slasher di base, che a fine visione lascia però un po’ il tempo che trova. Per quanto più che discreta sia la regia e la messa in opera generale infatti, si sta’ comunque assistendo ad una visione nella quale la parola che regna sovrana è “generico”.

    Non si capisce inoltre molto bene perché il ragazzo sia immortale, resuscitando egli per ben due volte dopo aver subito un colpo di pistola. La prima volta lo si vede chiaramente, in quando il ragazzo ricompare per poter così svolgere il dialogo “di spiegazione” con l’ultimo superstite, e poi la seconda volta lo si intuisce dagli ultimi due secondi di video, quando si introducono i titoli di coda con l’ultima vittima sorpresa ad essere nuovamente sotto attacco alle spalle mentre esce di casa.

    Forse l’omaggio che il corto fa’ al genere scelto non si è voluto limitare al panorama degli Scream e dei film “realistici” ma si è voluto estendere anche al sovrannaturale, presentandoci la nascita di un neo Jason Voorhees,l’immortale ed invulnerabile protagonista dei Venerdì 13 che non muore mai.
    In questo caso, fosse egli un killer sovrannaturale, si potrebbe anche spiegare la sua onnipresenza in ogni angolo della casa nello stesso momento (oltre all’immortalità), anche se, in questo caso, mancherebbe un elemento narrativo nella storia che introduca per bene l’elemento sovrannaturale.

    Comunque, immunità ai proiettili a parte, il corto è sufficiente per quel che riguarda il colpo d’occhio generale di fine visione, semplicemente chi vi scrive pensa che uno slasher di stampo molto elementare a livello narrativo, per funzionare debba per lo meno dare qualcos’altro allo spettatore, per esempio essere pieno di sangue (pensiamo ad un Hatchet, elementare come pochi, ma godibile) qui invece stiamo guardando un qualcosa di molto semplice, lineare, e che non osa spingere sotto nessun altro fattore per compensare, dando così vita ad un prodotto poco incisivo, che scorre bene, ma che si dimentica altrettanto bene.
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    The Reign of Horror
    Post: 7.211
    Registrato il: 12/10/2004
    Utente Master
    00 30/06/2015 15:34
    Dopo Eros Bosi, un altro umbro si cimento con un corto horror e partecipa a questa decima edizione del fest. Orsini, col suo PARTY TIME, confeziona uno slasher claustrofobico di stampo ultra-classico seguendo fedelmente il canovaccio imposto dal sottogenere.
    La situazione del più classico dei compleanni che si trasforma in un bagno di sangue è gestita con buon senso del ritmo e con buon impegno da parte degli spontanei attori ma purtroppo, aldilà del fattore sorpresa, ciò che viene a mancare è atmosfera e tensione. Nonchè sangue durante il body count.
    Mancando questi elementi il corto si lascia guardare ma non avvince mai tanto da risultare più una "prova tecnica" per future produzioni che un'opera definita.
    Bella la villa scelta come location, perfetta per uno slasher.
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    osmanspare
    Post: 275
    Registrato il: 23/05/2011
    Utente Junior
    00 01/07/2015 00:30
    Pescando a piene mani da Scream, Saw, Evil Dead (nel finale) e da un mucchio di film horror americani, di quelli che vedono il solito gruppo di vittime chiuse in un luogo isolato con un serial killer, Party Time tenta l’azzardo di dire qualcosa di nuovo, o quantomeno di personale, riguardo tali tematiche, risultando però poco personale e poco ispirato, quando non poco logico.
    Gli attori se la cavano, più o meno. Soprattutto il tizio con la camicia nera, Giovanni se non sbaglio, che è forse l’unico a riuscire a ricavare da se stesso un personaggio che non sia anonimo. Ma lì dove il corto fallisce è nella trama, che si rivela stanca, derivativa e fin troppo lineare.

    Quattro tizi vanno a una tristissima festa di compleanno alla quale non partecipa nessuno. Improvvisamente però appare un serial killer, che li attira uno dopo l’altro in trappole fatali, alle quali soccombono senza via di scampo. L’identità del serial killer si individua facilmente sin dall’inizio, in quanto segue delle regole di sceneggiatura che chiunque conosce, e che ogni autore un minimo “scafato” tenterebbe di evitare: uno, e uno solo, dei protagonisti si allontana con una scusa, e di lì a poco ecco il primo omicidio. Successivamente, quello stesso personaggio muore, in puro stile “Dieci Piccoli Indiani”, ma è lampante pensare che abbia finto la morte solo per sviare i sospetti degli spettatori da lui, e per potersi muovere più liberamente in giro per la casa.
    Cosa buffa: cosa sarebbe successo però se i suoi amici, invece di limitarsi a lasciarlo fuori dalla casa, lo avessero raccolto e riportato all’interno? Ma fortunatamente questo non accade, e il nostro assassino è libero di continuare a fare del male, approfittando anche del fatto che i suoi amici evitino accuratamente di chiamare la polizia, o non abbiano neppure il coraggio di sfondare una finestra per poter fuggire come chiunque sano di mente avrebbe tentato di fare.

    A parte questo, aggiungiamo che fare uscire di scena il personaggio che interpreta la parte del “regista” horror preso in giro dagli amici, e poi fare apparire un killer telefonico che – tra l’altro usando un distorsore di voce davvero difficile da ascoltare – inizia a fare domande sui film horror non è una trovata molto brillante, così come non lo è quella di fargli dire (forse per giustificare le sue continue apparizioni e sparizioni su e giù per la casa?) che ci sono ben SEI serial killer in paese e che sono finanziati dagli americani, i quali forniscono loro strumenti e tecnologie adatte al loro ruolo (ad esempio un altro distorsore che – immagino – da al killer la capacità di imitare le voci di tutti gli amici morti). Trovata poco plausibile in quel contesto, e troppo semplicistica.

    Insomma, Party Time ci prova, ma non arriva oltre una sceneggiatura base, priva di mordente, e del tutto telefonata, che si risolve in una serie di omicidi che portano al solito finale telefonatissimo e fiacco. Neppure il contro-epilogo riesce a salvare un prodotto concepito sicuramente con le migliori intenzioni, e che ha già vinto proprio per questo, ma che necessita di molta più “carne al fuoco” per risultare appetibile.
    Unica nota positiva una regia abbastanza dinamica.

    [Modificato da osmanspare 01/07/2015 00:30]
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    Kissoon
    Post: 17.141
    Registrato il: 21/10/2005
    Utente Gold
    00 01/07/2015 19:16
    Quattro amici si ritrovano per un compleanno a casa del festeggiato. Festa noiosa ma che sarà animata da un assassino vestito dal pazzo di Scream. Omaggio alla serie di Craven, con relative telefonate e domande sui film horror, che però non colpisce nel segno. La pochezza della recitazione non aiuta, la fotografia non mi ha convinto. La scenografia invece è buona e anche a livello di regia non è male. Purtroppo il colpo di scena finale è scontato.



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